domenica 19 dicembre 2010

Segnalazione articolo

Vi segnalo molto volentieri questo articolo preso dalla pagina Facebook di Skineco - Associazione internazionale di dermatologia ecologica, di cui fa parte la bravissima dottoressa Riccarda Serri che forse alcune di voi conosceranno qui sul web.
Mi sembra molto interessante perchè parla di un problema che mi affligge personalmente, quello dei pori dilatati, e sulle sue cause - tra cui rientrano i malefici siliconi. Leggiamo e riflettiamo, come sempre, su quello che ci spalmiamo in faccia! Qui il link originale

Voi che ne dite?


Il fondotinta e la cute femminile
di Riccarda Serri

Tempo fa facevo qualche considerazione con Adele Sparavigna, dermatologa che da anni, come la sottoscritta – sebbene con modalità differenti – si occupa di dermocosmetologia. Sorridevo affermando che le donne di oggi sono particolarmente disturbate da un nuovo “nemico”: il poro dilatato.
Ed è vero: uno dei disturbi estetici più frequentemente riportati è la presenza di pori dilatati (volgarizzazione di ostii follicolari allargati), molto spesso associata a quelle che vengono definite dai media “impurita”: comedoni aperti e chiusi, microcisti (milia-like), cute asfittica, ovvero cute poco luminosa, untuosa in superficie ma che come sensazione soggettiva viene vissuta come secca e disidratata (complaint: “la pelle è lucida ma mi tira”) e spesso anche impercettibili desquamazioni e rossore nelle tipiche sedi della dermatite seborroica (soprattutto ai lati del naso), in assenza di una dermatite seborroica conclamata.
Nella mia opinione, si tratta di una cute male curata, con routine cosmetica e prodotti cosmetici inadatti per quel tipo di pelle.
Le pazienti che si rivolgono al dermatologo per queste problematiche vengono, nella maggior parte dei casi, poco considerate, e la proposta più logica pare una serie di peeling esfolianti agli alfaidrossiacidi o al salicilico o ad altre sostanze cheratolitiche o abrasive.
In effetti oggi c’è anche un gran proliferare di esfoliazioni, ad ogni livello.
Insomma ipotizzavo, con la dottoressa Sparavigna, che forse un qualche ingrediente presente in maniera massiccia in cosmetici universalmente usati da moltissime donne – quali ad esempio i fondotinta – potesse, forse, avere un possibile ruolo nella genesi del poro dilatato. E le ho proposto di studiare gli effetti dei fondotinta sulla cute femminile. La Sparavigna ha prodotto il lavoro che segue. E, assumendomi in pieno la responsabilità di quello che scrivo, continuo ad ipotizzare (le ipotesi si basano su 25 anni di esperienza sul campo, o meglio sulla pelle delle donne, e sul bellissimo rapporto tra la cute femminile e  i cosmetici e i belletti…).
Che tra i responsabili dell’epidemia del poro dilatato  possano esserci i siliconi, utilizzati in modo massiccio per le loro strabilianti caratteristiche cosmetiche? Solo i siliconi, in effetti, sono ingredienti presenti in quasi tutti i fondotinta, e la loro presenza è aumentata moltissimo negli ultimi 20 anni… Che sulla lunga distanza possano creare qualche piccolo problema?
Poiché, come scrivevo, l’ipotesi è del tutto personale, sarei estremamente felice non solo di confrontare le mie deduzioni cliniche, ma anche di poter approfondire ulteriormente gli studi, sia con test clinici d’uso (o, meglio, lungo uso), sia con prove strumentali e fotografiche.

BOX –
I siliconi nei fondotinta
Di Loredana Antoniazzi e Riccarda Serri

Il silicone è quasi onnipresente nei fondotinta; forse un 5% dei prodotti sul mercato non lo contiene.
Ad un fondotinta si chiede di mantenere un aspetto opaco della pelle, di stendersi benissimo in strato sottile e di non asciugarsi immediatamente mentre si sta stendendo, pena il formarsi di macchie di colore non uniformi; deve inoltre rimanere stabile nel tempo e mantenere in sospensione i pigmenti, che sono sempre in polvere, e che è difficile incorporare in un preparato perché tendono a non bagnarsi, da un lato, e dall’altro tendono col tempo a precipitare sul fondo del vasetto se il fondotinta è fluido.
Tutti questi problemi vengono risolti alla dai vari tipi di silicone in commercio.
siliconi emollienti più usati (normalmente si trovano ai primi posti dell’Inci di quasi tutti i fondotinta) sono quelli ciclici (la loro struttura non è a catena ma ad anello) e hanno la caratteristica di evaporare molto velocemente. Si trovano in Inci come cyclopentasiloxane, cyclohexasiloxane, cyclomethicone. Hanno un ottimo effetto rullante e setoso, si spargono in film sottilissimo senza ungere, dopo mezz’ora sono completamente evaporati, lasciando il resto della formulazione sulla pelle (pigmenti e altro) e permettono di ottenere un risultato opaco, non unto, no transfer.
 L’effetto finale sulla pelle è completamente opaco, non sono olii che danno un aspetto lucido come quelli  comunemente conosciuti.
Un silicone più pesante ed untuoso-  che non evapora- è il dimethicone; difficile trovarlo ai primi posti dell’Inci, di solito sta in mezzo, proprio per questa sua untuosità intermedia,  che in alcune formulazioni magari destinate a cuti più secche è funzionale nel  rendere meno asciutta la presenza di siliconi ciclici; quando è presente da solo in piccola quantità agisce come “antischiuma”  e rende il prodotto più scorrevole,  senza tuttavia avere parte importante nella formula, serve per non rendere il prodotto un “pastone” difficile da spalmare. Suo parente è il cetyl dimethicone o lo stearyl dimethicone.
Naturalmente, per creare emulsioni  stabili e leggere come texture,  anche gliemulsionanti usati saranno siliconici: i vari PEG/PPG 10/1 dimethicone,cetyl PEG/PPG 10/1 dimethiconedimethicone copolyol servono proprio a questo ed aggiungono con la loro presenza un effetto ancora più vellutato nei primi due casi, più emolliente-untuoso nel terzo.
Per disperdere in maniera efficace le polveri nel prodotto,  aumentandone la bagnabilità,  esiste  il dimethicone/vinyl dimethicone crosspolymer, normalmente situato poco più in basso della metà dell’Inci,  presente nel 20% dei prodotti: si tratta di una materia prima in miscela con olii siliconici (infatti non si trova mai da solo come unico silicone della formula).

Phenyl dimethicone, diphenyl dimethicone, phenyl trimethicone sono siliconi che hanno una maggiore compatibilità con altri lipidi naturali presenti in formulazione, e sono solubili in alcool; vengono usati spesso quando ci sono filtri solari in formula perché migliorano la reologia del prodotto e  aumentano pure  l’SPF.
 Fornscono una base idrorepellente che migliora la dispersione e la spalmabilità sulla pelle delle polveri che costituiscono i filtri solari fisici. Danno un aspetto lucido quindi non sono compatibili con le formulazioni matt.

I siliconi hanno:  

-proprietà uniformi in un ampio intervallo di temperatura (quindi non si addensano col freddo e non diventano più liquidi col caldo, non solo, non sono degradati col calore come la maggior parte degli olii vegetali); -bassa tensione superficiale (qundi abbattono lo schiuma, e spesso sono usati in minima quantità nelle creme per questa loro proprietà, proprio per evitare le scie bianche mentre si spalma; aumentano la bagnabilità del prodotto in cui sono inseriti, cioè lo fanno scorrere meglio: ecco perchè i fondotinta siliconici si spalmano così bene); alto grado di lubrificabilità e scorrevolezza specie su substrati organici (cioè sulla pelle fanno il famoso "effetto rullante" tipico, imitato in natura solo dai fitosteroli contenuti in alcuni burri vegetali); alta idrorepellenza (sono unti, e quelli che lo sono di più vengono usati nelle creme mani barriera perchè impediscono che l'acqua arrivi alla pelle) inerzia fisiologica (ovvero non sono assolutamente riconosciuti dal nostro organismo, non penetrano e non danno allergie; ciò nonostante, sembra che il silicone, specialmente quello volatile, in effetti qualche problemino lo dia, ma non sono stati fatti ancora studi ufficiali al proposito).


Le caratteristiche positive sono quindi parecchie, la più strabiliante delle quali è la gradevolezza d’uso e di effetto finale del fondotinta.
Ma si tratta di molecole che aderiscono per molte ore alla cute. Che spesso contribuiscono a tenere in sede altri ingredienti. Che possono (possono) dare qualche fastidio sulla lunga distanza.
Non sarebbe ora di studiarne in modo più approfondito gli efetti sul lungo termine? 


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